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Sfilate a porte chiuse

Milano Moda Uomo svolta a gennaio ha dato il via al cambiamento strutturale di tutte le sfilate in programma dal vivo trasformandosi in eventi digitali. La necessità di adeguarsi all’attuale situazione ha costretto gli stilisti a cambiare metodo espositivo con il rischio di fare un flop. Come sono andate realmente gli eventi?

La moda diventa virtuale: un flop o un successo?

Tutto era pronto per le classiche sfilate in passerella con pubblico, i vip, i giornalisti e gli acquirenti in prima fila ma la mancanza di sicurezza e gli ultimi aggiornamenti sulla situazione di emergenza sanitaria hanno dato uno stop deciso agli eventi in programma.

Dopo l’annullamento della sfilata di Dolce&Gabbana e la cancellazione della loro presenza fisica all’evento più atteso dell’anno Milano Moda, l’esempio è stato seguito anche da altri brand. L’annuncio dato i primi di gennaio che prevedeva la sfilata di D&G, Etro, Fendi e Kway non ha, quindi, avuto seguito. La scelta è stata obbligata, ovvero orientarsi verso presentazioni virtuali che sono state mandate in onda su canali tv specifici oltre che via internet.

Fendi ha deciso di non rinunciare alla passerella ma la sfilata è avvenuta a porte chiuse, in fondo non erano mai stati previsti giornalisti e acquirenti. Anche Kway ha optato per la classica catwalk in passerella rigorosamente senza pubblico mentre altri brand hanno scelto l’innovativa formula video. In ogni caso nessuno tra i 40 stilisti previsti per l’evento ha sfilato con il  pubblico in sala ma solamente con spettatori virtuali.

Il nuovo metodo utilizzato nel mondo della moda rischiava di essere un fallimento su tutta la linea come qualcuno aveva annunciato. La realtà è stata ben diversa un successo inaspettato e gli eventi seguiti da molti appassionati di moda che non avrebbero potuto presenziare in mancanza della moda in visualizzazione digitale.

Alcune modelle intervistate su Vogue hanno rivelato il loro punto di vista da protagoniste delle passerelle moda 2021 rivelando aspetti nascosti di questo mondo visto dall’interno, vediamo chi sono e cosa ne pensano.

Cosa ne pensano le modelle della digitalizzazione della moda

Durante un’intervista svolta da Vogue, Malika ha espresso il suo parere rispetto al fenomeno di digitalizzazione delle sfilate di moda dovute al Covid-19 e la conseguente emergenza sanitaria. Le sue impressioni sull’esperimento virtuale sono positive in quanto consente di assaporare comunque l’atmosfera della settimana della moda. Un modo per continuare a “offrire agli amanti della moda una visione per guardare al futuro e godere comunque del momento stesso”.

Giorgia Fowler, invece, ci invita a riflettere sul ruolo che può avere Instagram nel settore della moda soprattutto in questo particolare momento storico. La modella che sfila fin dalla giovane età di 16 anni e attualmente né conta 28, ha calcato le passerelle di stilisti famosi come Chanel, Victoria’s Secret e Miu Miu. Stilisti per i quali conta di proseguire a lavorare anche in futuro oltre a effettuare shooting virtuali che ha scoperto in questo periodo di lockdown.

“Negli ultimi mesi Instagram è diventato una piattaforma sempre più ideale per i casting, il mio profilo ora è il mio portfolio!” precisa la modella. Giorgia continua entusiasta spiegando di aver fatto anche un servizio fotografico in digitale durante il suo periodo di quarantena. Il mondo del fashion ai tempi del Coronavirus, ha saputo sfruttare tutta la potenzialità del virtuale e, nonostante le critiche tra cui quelle di Madame Le Figaro vs la Milano Fashion Week, è stato un momento fondamentale per l’industria della moda che si è evoluta scoprendo nuove strade.

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